La consapevolezza fonologica: una definizione

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Karmiloff-Smith (1995) definisce la consapevolezza fonologica come una forma sofisticata di conoscenza metalinguistica che presuppone alla base un processo di esplicitazione delle rappresentazioni linguistiche (dapprima inconsapevoli).

Più semplicemente, si tratta della capacità di analizzare e di operare consapevolmente con le unità interne alla parola: sillabe e fonemi.

E’ bene notare che il bambino, soprattutto nelle prime fasi dello sviluppo linguistico, tenda a focalizzarsi principalmente sulla dimensione semantica del parlato, con la quale è in grado di sintonizzarsi con l’ambiente circostante.

L’interesse per la dimensione fonologica e strutturale del parlato emerge in seguito, con lo sviluppo di abilità cognitive più complesse. Prima dei tre anni la dimensione fonologica rimane, perciò, un mondo del tutto inconsapevole e ancora da scoprire.

Morais (1989) è uno degli autori che per primi si sono occupati di analizzare il concetto di consapevolezza fonologica, proponendo la distinzione tra metafonologia globale analitica ed esplicitando così il percorso maturativo nel bambino nell’acquisizione di tale competenza.

La metafonologia globale si riferisce alle operazioni di riflessione sulla struttura sillabica delle parole, con una comparsa in età prescolare; la metafonologia analitica invece, tipica dell’età scolare, si avvicina maggiormente alla struttura segmentale profonda del linguaggio – i fonemi – operando su di essi manipolazioni e classificazioni (cfr. Marzano, De Angelis, 2014).

Martini (1995)  suggerisce un ulteriore modello evolutivo descrittivo di pre-alfabetizzazione nel quale il bambino transita verso forme più complesse di consapevolezza metafonologica. Nello specifico prevede:

  • livello semantico: dove è interessato al valore comunicativo della parola piuttosto che al suo contenuto o alla sua analisi;
  • livello percettivo-globale della parola: nel quale il bambino inizia a rivolgere una certa forma di attenzione verso la dimensione fonologica, ma con scarsa consapevolezza;
  • struttura fonologica superficiale: dove è in grado di eseguire in forma più consapevole delle analisi sui suoni del linguaggio orale;
  • struttura fonologica profonda: in cui è capace di riflettere analiticamente sui suoni del linguaggio, fino ad individuare le strutture costituenti delle parole, i fonemi.

La tabella 1 ci mostra in sintesi le abilità attese nelle due dimensioni di Morais (1991) che compongono la consapevolezza fonologica:

tabella.jpg

L’interesse per la metafonologia deriva principalmente dal fatto che molti ricercatori concordano ormai nel definirla un importante predittore di possibili difficoltà negli apprendimenti scolastici di lettura e scrittura;

insegnarla perciò mediante appositi training può essere uno strumento utile ai bambini per progredire meglio e più rapidamente nel percorso scolastico.

Per approfondire:

Karmiloff-Smith A. (1995), Oltre la mente modulare. Una prospettiva evolutiva sulla scienza cognitiva, Il Mulino

Martini A. (1995), Le difficoltà di apprendimento della lingua scritta, Edizioni del Cerro

Marzano, A., & De Angelis, M. (2014). Musica e transfer degli apprendimenti: apprendimenti musicali, abilità fonologiche e linguistiche nella scuola dell’infanzia. ITALIAN JOURNAL OF EDUCATIONAL RESEARCH, (12), 63–84. Retrieved from https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/sird/article/view/171

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