L’importanza del dialogo in età prescolare

Nel 1995 Hart e Risley, condussero uno studio estremamente interessante che ricercava una correlazione fra l’ambiente linguistico domestico e lo sviluppo cognitivo, l’alfabetizzazione e le abilità verbali. In realtà questo studio nasceva come tentativo di spiegare le differenze e le disparità – spesso molto evidenti – nelle abilità verbali (ed accademiche) in bambini provenienti da differenti …

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La funzione esecutiva

Le aree prefrontali del nostro cervello sono coinvolte in tantissime funzioni di controllo del comportamento; si tratta di una complessa architettura anatomica, convenzionalmente distinta in aree laterali, mediali e orbitali, responsabile di ciò che oggi viene definito come “funzione esecutiva”. La funzione esecutiva è l’insieme delle abilità che permettono all’uomo di assumere comportamenti indipendenti dagli …

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Il trattamento sublessicale nella dislessia

Qualsiasi trattamento abilitativo per la dislessia viene considerato efficace se permette di ottenere un miglioramento medio che sia uguale o superiore a quello atteso dopo un anno senza interventi mirati nella velocità di lettura. Tressoldi, Stella e Faggella, nell’articolo The development of reading speed in Italians with dyslexia: A longitudinal study (2001), hanno rilevato una diversa evoluzione nella …

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Gli Ambienti Modificanti nelle Esperienze di Apprendimento Mediato

Il concetto di ambiente modificante appartiene all’impianto teorico proposto da Reuven Feuerstein, che mette in evidenza l’importanza della modificabilità umana come fondamento dell’azione educativa. L’idea di modificabilità, pur essendosi sviluppata in ambito pedagogico, psicologico e neurologico attraverso l’osservazione e l’esperienza clinica, è oggi supportata da evidenze scientifiche grazie al concetto di neuroplasticità. La neuroplasticità è la capacità del cervello di modificare la …

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La consapevolezza fonologica: una definizione

Karmiloff-Smith (1995) definisce la consapevolezza fonologica come una forma sofisticata di conoscenza metalinguistica che presuppone alla base un processo di esplicitazione delle rappresentazioni linguistiche (dapprima inconsapevoli). Più semplicemente, si tratta della capacità di analizzare e di operare consapevolmente con le unità interne alla parola: sillabe e fonemi. E’ bene notare che il bambino, soprattutto nelle …

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L’intervento precoce nelle difficoltà di apprendimento

La Legge 170/2010 indica la scuola come il contesto privilegiato per la realizzazione di interventi necessari all’identificazione precoce e al recupero didattico per i bambini che presentano iniziali difficoltà nel processo di apprendimento. Il persistere delle difficoltà, anche a seguito di azioni mirate, comporterà un successivo coinvolgimento della famiglia e l’eventuale invio ad uno specialista …

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Ipotesi eziologiche sulla Dislessia Evolutiva – l’ipotesi del deficit di processing temporale

Alcuni autori, pur non escludendo la portata euristica del deficit fonologico, ritengono che quest’ultimo sia da attribuire ad una difficoltà nell’elaborazione (o “processamento”) dei suoni presentati in rapida sequenza.  Questa prospettiva, delineata dalla Tallal e dal suo gruppo di ricerca (1980, 2004, Rapid Auditory Processing Theory), sostiene che siano presenti difficoltà di discriminazione dei suoni che compongono le …

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demenza

Le diverse forme di demenza

La demenza è un deterioramento cognitivo cronico progressivo che determina deficit cognitivi multipli (memoria, linguaggio, funzioni esecutive ecc.), i quali influenzano la vita quotidiana di una persona in normali condizioni di vigilanza, intaccandone la personale autonomia. Le cause possono essere numerose e vanno dalle patologie neurologiche (malattie degenerative, traumi cranici, disturbi vascolari, infezioni ecc.), a …

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DSA Ipotesi eziologiche sulla Dislessia Evolutiva – l’ipotesi fonologica

DSA – Ipotesi eziologiche sulla Dislessia Evolutiva – l’ipotesi fonologica

I modelli euristici di comprensione della Dislessia Evolutiva possono essere ricondotti a due principali gruppi.  Le teorie monodimensionali, che interpretano il disturbo come il risultato di un singolo deficit a carico di una specifica funzione neuropsicologica, e le teorie multidimensionali, che partono dal presupposto che lo sviluppo di una funzione complessa – quale è la lettura – …

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I fattori di rischio nelle demenze

Attualmente circa 50 milioni di persone nel mondo convivono con qualche forma di demenza e, considerando l’allungamento dell’aspettativa di vita, tale stima è destinata ad aumentare. Studi recenti hanno messo in evidenza la possibilità di ridurre l’impatto della demenza nella popolazione mondiale limitando i fattori di rischio più frequentemente correlati al disturbo, sebbene l’età e …

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